La fotografia del mercato: produzione in calo a causa del maltempo, segni positivi però per Toscana, Umbria, Liguria, Lombardia e Veneto

La produzione italiana di olio d’oliva quest’anno si fermerà a 185 mila tonnellate. A soffrire soprattutto le regioni del Sud Italia con cali del 60%, ma anche fino al 90% in alcune aree pugliesi. A livello nazionale la riduzione della produzione arriva al 40%, anche se vi sono alcune isole felici.

Segni positivi, di qualche punto percentuale, in Toscana e Umbria che insieme dovrebbero sfiorare le 20 mila tonnellate di produzione, mentre la Liguria festeggia una delle annate di carica più importanti degli ultimi decenni, con una produzione che dovrebbe essere abbondantemente superiore alle 5000 tonnellate. Ottime produzioni anche in Lombardia e Veneto, nelle aree dei laghi con incrementi produttivi a doppia cifra.

Ad aver contribuito all’annata negativa per le regioni del centro sud soprattutto Burian, il vento siberiano che ha colpito l’Italia la primavera scorsa, con danni consistenti all’olivicoltura nazionale tanto che il Ministero delle politiche agricole ha pronto un decreto per ristorare gli operatori danneggiati. Naturalmente un contributo significativo l’ha dato anche Xylella fastidiosa, il batterio killer degli oliveti pugliesi, che, secondo le ultime stime, ha ridotto il potenziale produttivo nazionale di 10 mila tonnellate di olio all’anno negli ultimi tre anni, con 4 milioni di piante morte e 22 milioni a rischio.

Notizie positive invece sul lato delle vendite: l’Italia festeggia un momento d’oro, visto che, sulla base dei dati dell’ICQRF (Repressione Frodi del Ministero delle politiche agricole), le vendite negli ultimi 4 mesi hanno superato le 40 mila tonnellate di olio al mese. Al 15 febbraio scorso, secondo i dati ufficiali, restano nei frantoi solo 109 mila tonnellate di olio extra vergine di oliva italiano. Proseguisse il trend commerciale, l’extra vergine nazionale sarebbe finito in poco più di due mesi. Anche sul fronte dell’olio a denominazione d’origine (Dop/Igp) le scorte sono ai minimi termini, con meno di 13 milioni di litri certificabili, di cui la metà divisa tra le Dop Val di Mazara e Terra di Bari e le Igp Toscano e Sicilia. Ancora più scarsa la presenza di olio biologico nazionale, che è una vera e propria rarità, visto che sono giacenti solo 22 mila tonnellate di prodotto.